Il caso della Fiat ci appare unico nella storia recente dell’auto: dal 1965 al 2012 il numero di modelli a listino è calato da 19 a 10 a fronte dell’esplosione di quelli delle Case concorrenti; augurando al nostro amato Gruppo nazionale una pronta inversione di tendenza ricordiamo che in quella più articolata e sfiziosa gamma degli anni ’60 del secolo scorso trovavano posto anche le versioni coupé e spider dell’utilitaria di riferimento che in quel periodo era la non particolarmente fortunata 850; al contrario, le versioni “sportive”, ed in particolare la coupé di cui ci occupiamo qui ed ora, ebbero un successo strepitoso.
Ambedue incontrano la clientela al Salone di Ginevra 1965 per passare direttamente ai saloni di vendita; carrozzata in casa dal centro stile diretto da Felice Mario Boano, la 850 Coupè è decisamente carina pur assomigliando – grazie agli occhioni sgranati, alla boccuccia civettuola ed alle magre gambette (leggi ruote troppo all’interno rispetto alla carrozzeria) – alla versione automobilistica di Minnie: sarà questa la carta vincente per diventare una best seller presso il pubblico femminile.
La meccanica è la stessa della berlina tranne i freni anteriori a disco necessari alle maggiori prestazioni garantite dalle modifiche al motore che non cambia di cubatura (843 cc): carburatore doppio corpo, diverso albero a camme e collettori di scarico singoli elevano la potenza a 47 CV DIN dai 37 della berlina “super” (esisteva anche la berlina “normale” adatta al funzionamento con la omonima benzina).
Freni a disco e maggiori prestazioni impongono anche l’adozione di cerchi ruota da 13” anziché da 12” e con pneumatici più larghi (5,50”anziché 5,20”).
Dove la differenza di levatura tra la coupé e la berlina è ancora più evidente e dove le critiche stanno a zero è nell’abitacolo: strumentazione completa a doppio quadrante rotondo (peccato per il contagiri ottenibile solo dietro esborso di L. 15.000), plancia rivestita in legno, volante sportivo e poltroncine avvolgenti rendono l’ambiente decisamente gradevole.
La Sport Coupé della Fiat 850 nasce nel 1968 nell’intento di conferire maggiore autorevolezza a questa baby gran turismo che, nell’opinione della clientela più appassionata, risulta un po’ a corto di potenza sia in relazione al proprio aspetto, comunque sportiveggiante, sia in funzione delle aspettative degli utenti che, in quel periodo storico, aumentavano di mese in mese (in quegli anni di espansione economica era di moda l’”upsizing”).
La nuova “dimensione” dell’auto è visibile al primo sguardo: se la prima serie assomiglia, come detto, ad una “topolina” questa è piuttosto un gatto selvatico con i muscoli posteriori (leggi parafanghi) ben evidenziati; anche il nuovo muso con doppia fanaleria di diametro più ridotto si dimostra molto più aggressivo del precedente: peccato che non si scelga fin da subito di posizionare al centro del muso lo stemma FIAT circondato d’alloro al posto di quella V cromata, non brutta ma priva di qualsiasi significato; decisivo il miglioramento dell’aspetto generale provocato dal leggerissimo aumento delle carreggiate (circa 1 cm) e della larghezza dei cerchi (½ pollice) che limita quella sensazione di carrozzeria troppo larga che spinse i più esigenti tra i proprietari della prima serie al montaggio di distanziali alle ruote.
Il motore aumenta la cilindrata a 903 cc con la potenza che passa da 47 a 52 CV DIN (un bel 10% in più) e la velocità massima dichiarata da 135 a 148 km/h effettivamente raggiungibili; la differenza in quest’ultimo dato potrebbe apparire sproporzionata rispetto al divario di cavalli se non fosse che, in realtà, anche la prima serie raggiungeva agevolmente i 140 pur in leggero fuori giri.
Il resto della meccanica cambia poco restando il validissimo progetto a motore posteriore a sbalzo (come l’Alpine Renault A 110 e la Porsche 911, modestia a parte) e le altrettanto efficaci sospensioni indipendenti con un assetto che consente di minimizzare il sottosterzo e di conferire ottima maneggevolezza: un alternatore prende il posto della dinamo e la coppa dell’olio diviene più capiente.
Rimane anche inalterato il rapporto al ponte per cui l’aumento di velocità deriva solamente dall’incredibile capacità di questo quattro cilindri ad aste e bilancieri, derivato ancora da quello della Fiat 600, di sfiorare i settemila giri anche nel quarto rapporto e di tenerli a lungo nella marcia autostradale senza rompersi.
Considerando la disposizione posteriore del radiatore occorre anche rilevare, ad onore dei progettisti, che questo motore mostra un equilibrio termico invidiabile.
Nell’abitacolo pochi tocchi fanno fare alla macchina un altro salto di qualità: tappeto in moquette (forse sarebbe meglio chiamarla “agugliato”), portaoggetti sul tunnel e volante in legno con due razze brunite sono il naturale compendio alla bellissima plancia ereditata, pressoché inalterata, dalla prima versione: i due grandi indicatori – il contagiri ora è di serie – e la fascia in legno rimangono un lusso incredibile su di una vettura di questa categoria.
Nel 1971 la Fiat provvede a posizionare finalmente lo stemma specifico dei suoi modelli sportivi al centro del frontale ma guasta un po’ tutto il risultato finale volendo usare, per uniformare il modello alle normative anglosassoni in materia di fanaleria, quattro fari dello stesso diametro: è una forzatura e lo si vede chiaramente nello stile risultante che appare “posticcio”; oltre a ciò, questa seconda serie della “Sport Coupé”mostra un deciso calo dei profili cromati attorno alla finestratura che, a nostro parere, la impoverisce mentre al contrario, la moquette del pianale diventa di qualità molto superiore.
Gli esemplari costruiti di quest’ultima serie sono pochissimi e ne fanno, oggi, una rarità: d’altronde in quel periodo è già in rampa di lancio la Fiat 128 Coupé e la 850 mostra ormai di appartenere ad un’altra era.
PERCHE’ COMPRARLA
Se siete degli esteti avrete nulla da rimpiangere: la vetturetta è molto bella fuori e dentro; se avete famiglia essa vi offre lo spazio anche per un paio di bambini ed anche per il bagaglio per un fine settimana; volete correrci? Facile da elaborare, robusta e agile, vi permetterà di divertirvi e di essere competitivi in tutti i tipi di gara.
Se invece pensate di tenerla come un’icona e partecipare con essa solo a raduni e gare di regolarità poco impegnative avrete la soddisfazione di essere ben accetti in qualsiasi consesso data la sua età e la rarità residua di esemplari perfetti come dovrà essere il vostro per ben figurare in queste occasioni.
Ecco: un’esemplare trascurato di 850 Coupé non è assolutamente accettabile e vi esporrebbe a malcelati sarcasmi; non è che con altre auto la situazione sia totalmente diversa ma in questo caso la situazione sul piano dell’immagine personale sarebbe veramente tragica.
Il costo della normale manutenzione è irrisorio con molti interventi alla portata del comune appassionato; tenete presente, a questo proposito, che la paratia posteriore della carrozzeria è facilmente smontabile consentendo in tal modo un’accessibilità al vano motore abbastanza agevole.
Nei viaggi, anche piuttosto lunghi, l’unico nemico vero è il rumore a causa, essenzialmente, della rapportatura di trasmissione incredibilmente “corta” tanto da raggiungere appena 22 km/h ogni 1.000 giri in quarta marcia; a 130 in autostrada si è quindi attorno ai seimila: assordante!
Peccato perché, per il resto, su questa piccola Fiat si viaggia piuttosto bene: gradevolmente sospesi ed ottimamente ventilati grazie ai deflettori (impagabili) sia davanti che dietro e pochissimo calore trasmesso dalla meccanica relegata totalmente nel posteriore con neppure i tubi dell’acqua che attraversano il sottoscocca.
Unica controindicazione la finta pelle dei sedili, con il caldo decisamente “attaccaticcia”: sconsigliati i bermuda e invece consigliati ampi teli di spugna tra voi ed il piano di seduta.
PERCHE’ NON COMPRARLA
Prima di acquistarla controllate con la lente d’ingrandimento che non siano necessari interventi di restauro a carico della carrozzeria: i ricambi di lamiera si trovano presso qualche specialista (vedi apposita sezione) ma la spesa finale non si giustifica.
Un motore stanco non deve invece scoraggiarvi più di tanto purché siate in grado di recuperare manodopera a costo non elevato perché anche in questo caso è facile superare la quotazione della vettura; ne deriva che qualsiasi esemplare che abbia bisogno di interventi di ripristino importanti deve essere pagato una cifra simbolica.
Non contate, per ammortizzare l’eventuale errore, a potenti rivalutazioni a breve termine: l’attuale quotazione di queste vetture, attorno ai seimila Euro per esemplari perfetti indipendentemente dalla versione, a nostro parere riflette il loro valore; si è apprezzato di recente e quindi riteniamo attraverserà un periodo di riflessione abbastanza lungo.
Non vediamo altri “contro” verso una 850 Coupé: consigliamo anche i più snob, normalmente “disturbati” dal marchio Fiat a considerare molto bene quanto può darvi una di queste auto prima di scartarla,
COSA GUARDARE
Attenzione massima alle vetture tirate a lucido come delle caramelle: spesso sono a stucco portante e superficialmente abbellite solo per la vendita: fate ampio uso della calamita per smascherare queste situazioni prima che sia troppo tardi; lo abbiamo ripetuto perché queste auto sembrano particolarmente soggette a trattamenti di questo tipo: probabilmente si conta sul loro bell’aspetto ed al loro basso costo (in valori assoluti) per trarre in inganno potenziali clienti meno che smaliziati.
Le posizioni più tragiche riguardano le zone di attacco delle sospensioni alla scocca e quelle attorno ed alla base del parabrezza dove il ripristino è proprio sconsigliato: qualora doveste ritrovarvi tra le mani un’esemplare con queste problematiche è conveniente smontarne i pezzi recuperabili come ricambi, consegnare quel che resta della scocca allo sfasciacarrozze e cercarne un altro più “genuino”.
La meccanica non ha difetti congeniti a parte il posizionamento della pompa del carburante troppo vicino ai collettori di scarico: le alte temperature a cui è costretta a lavorare conducono ad occasionali “vapour lock” durante la stagione calda e non le consentono una vita molto lunga.
Certamente un motorino da 0,85- 0,9 litri che gira a settemila giri non può essere un mostro di longevità ma, quando si stanca, difficilmente cede di schianto e si limita a mandare i soliti segnali di fumo facilmente interpretabili.
Da tenere d’occhio è l’efficienza di tutte le componenti dell’impianto di raffreddamento compresa la parte dedicata al riscaldamento dell’abitacolo il cui rubinetto, pur essendo condiviso anche dalle Fiat 1100 R e 124, è sempre più difficile da reperire
La telaistica è talmente semplice e sana che basta sincerarsi, come detto, che sia saldamente collegata alla scocca per farvi dormire sonni tranquilli; l’avantreno, per la verità, presenta tre ingrassatori che, alle scadenze riportate sul libretto di manutenzione, non devono essere trascurati; molti invece lo hanno fatto negli ultimi anni di uso “regolare”: le conseguenze le incontrerete subito sotto forma di giochi e rumorosità anomale che, però, non sono né difficili né costose da sistemare.
La finta pelle originale dell’interno non si trova più ma ci sono tuttavia prodotti molto simili venduti anche in kit (come per le macchine inglesi, finalmente!) che non vi creeranno problemi neppure in sede di certificazione ASI.
Diverso è il discorso della moquette sul pianale delle “Sport”: ugualmente introvabile l’originale, in caso di sostituzione occorre essere cauti e ben consigliati per scegliere qualcosa di filologicamente corretto e quindi accettabile (soprattutto in caso di prima serie).
Diffidate profondamente di verniciature nere in antirombo nel sottoscocca e nei passaggi ruota: vanno eliminate perché non corrette storicamente e spesso nascondono magagne abbastanza serie.
Un’ultima raccomandazione, che sembra ovvia ma non lo è, a controllare che il motore montato sia del tipo originale: visto che visivamente sono uguali, anche a quello della berlina Special, non è raro il caso di trovarsi con quello sbagliato sotto il pedale del gas; il tipo deve essere 100GC.000 per la 843cc e 100 GBC.000 per la 903 con tutti i caratteri punzonati bene in fila e con le stesse dimensioni.
SITUAZIONE RICAMBI
I ricambi di meccanica, fino a poco tempo fa, erano in gran parte ancora ottenibili presso i normali ricambisti; oggi la situazione è cambiata in peggio ed occorre prodursi nella caccia al tesoro nei mercatini e negli annunci, operazione comunque abbastanza agevole perché i pezzi non mancano.
Abbiamo scovato li sito francese www.autostoria.fr dove c’è la possibilità di trovare parecchia roba: i prezzi ve li segnaliamo nel consueto box.
Ciò che manca quasi completamente sul mercato del nuovo sono i lamierati della carrozzeria reperibili generalmente di recupero, il che rende la loro qualità estremamente variabile come il tempo necessario al loro adattamento: verificate bene la merce prima dell’acquisto, quindi, e trattate sul prezzo.
Oltre al sito di cui abbiamo accennato, in Italia qualcosa si trova presso:
Mario Gambetti (solo parti meccaniche)
Via dell’Isola Bianca, 71 44100 Pontelagoscuro (FE)
0532464950
EPOCAMANIA
Via Ronchi, 891 47822 Santarcangelo di Romagna (RN)
0541625195
Garda Ricambi
Via Linfano, 2/B 38062 Arco (TN)
0464519721
Autoricambi Sassi (lamierati)
Via Pietracqua, 3C 10154 Torino
0112470358
Buone notizie, invece, relativamente al rivestimento dei sedili e del divanetto posteriore che viene offerto in kit al prezzo di € 450,00 IVA esclusa da:
Elvezio Esposito
Via Zanotti Bianco, 28/30 87100 Cosenza
098436074
COME PERSONALIZZARLE
I cerchi in lega da 5,5 pollici dovrebbero essere ordinati dal medico; con un po’ di fantasia possono andare bene anche componenti in acciaio presi da altri modelli Fiat: ci vengono in mente quelli delle 131 Supermirafiori, per esempio.
Volendo invece restare nell’ambito della correttezza storica (e forse è anche meglio) si può attingere, secondo i propri gusti, ai vari prodotti presenti all’epoca in “after market”; per una prima serie non ci paiono da scartare quelli a raggi cromati previsti all’epoca per la Siata “Spring”magari abbinati a pneumatici con fascia bianca sottile, optional della Casa, particolarmente coerenti con l’impostazione più leziosa di questa versione.
L’eventuale volante personalizzato deve essere in legno con razze scure: non vi sono alternative in nessuna delle tre serie vista la plancia; quelli di serie sono già molto belli e la ragione per la sostituzione non è estetica ma risiede nel piacere tattile di avere tra le mani una corona più spessa; vietato sostituire quello della prima serie con uno della seconda.
Fendinebbia rettangolari sotto il paraurti sia davanti che dietro mentre sconsigliamo il montaggio dell’autoradio non essendovi un alloggiamento predisposto ed essendo quasi sempre inutile a causa della rumorosità del motore.
Rumore per rumore poi, una bella marmitta Abarth o Ansa con doppia uscita ne migliora almeno il timbro oltre a fare un figurone nella vista di coda in particolare quando appaiata alla bella coppa dell’olio alettata della seconda serie: componente che ci pare possa essere montato vantaggiosamente anche sulla prima.
QUALE SCEGLIERE
Da quasi tutti i punti di vista non ci sono caratteristiche che facciano preferire decisamente l’una o l’altra versione; tuttavia, pur essendo anche una prima serie una macchinina validissima, noi propenderemmo per una Sport perché i cavalli in più qui ci paiono determinanti; ci piacciono di più anche lo stile più “maschio”e le finiture dell’interno.
In sostanza la seconda serie, tutto sommato, ci sembra rappresentare il migliore compromesso anche se noi sceglieremmo la terza sedotti dalla bella moquette (…scherziamo) e dalla rarità che, siamo sicuri, a lungo andare premierà anche le valutazioni; non si sa esattamente quanti esemplari di quest’ultima siano stati costruiti come non lo si sa per le altre ( in tutto sono 342.873) ma sono realmente pochissimi essendo stata prodotta solo pochi mesi in una fase, oltretutto, di calo fisiologico dell’appetibilità del modello.
E poi, con quello strano volto, è proprio un “tipo”.
GAMMA COLORI
Prima serie (1965 – 1968)
bianco 233; beige 583; grigio acciaio 653; azzurro 415; blu medio 435; rosso 159; nero 601
Interno in finta pelle nera, rossa, beige o marrone. Il pavimento è in gomma nera
Seconda e terza serie
rosso 159 fino ad esaurimento poi rosso sport 113; bianco 233; avorio antico 234; verde scuro 386; bleu turchese 419; bleu scuro 456; giallo Positano 208; nero 601; grigio Garda 604
Interno in finta pelle nera, rossa, beige o marrone. Il pavimento è in agugliato (II serie) o moquette bouclé (III serie) nero, rosso o marrone
PER SAPERNE DI PIU’
Fiat 850 Coupé e Spider
Gianluca Catarsi
Giorgio Nada Editore serie “le auto che hanno fatto la storia”
Testo in italiano 96 pp € 25,00
IL CLUB
Ottoemezzo Club Italia
CARATTERISTICHE TECNICHE
Fiat 850 Coupé
Motore
Tipo 100 GC 000 quattro cilindri in linea longitudinale posteriore Alesaggio 65 mm Corsa 63,5 mm Cilindrata 843 cc Rapporto di compressione 9,3:1 Potenza massima 47 CV a 6.200 giri/min Coppia massima 6,3 kgm a 3.600 giri/min Indice di elasticità 1,99 Distribuzione monoalbero a camme nel basamento, aste e bilancieri, valvole in testa Alimentazione con un carburatore doppio corpo Weber 30 DIC Lubrificazione forzata, carter umido Capacità carter olio 3,3 litri Raffreddamento ad acqua Impianto elettrico a 12 Volt Dinamo 230 Watt Batteria 48 Ah
Trasmissione
Trazione posteriore Frizione monodisco a secco Cambio manuale a quattro velocità Rapporti del cambio I : 3,636:1; II : 2,055:1; III : 1,409:1; IV : 0,963:1; RM : 3,615:1 Rapporto al ponte 4,875:1 Pneumatici 5.20 x 13 Cerchi in acciaio 4,5J x 13
Corpo vettura
Coupé a due porte a scocca portante sospensioni anteriori indipendenti, bracci triangolari, balestra trasversale, barra stabilizzatrice Sospensioni posteriori indipendenti, bracci triangolari, molle elicoidali, barra stabilizzatrice Freni a comando idraulico a disco anteriormente Sterzo a vite e settore Capacità serbatoio carburante 30 litri
Dimensioni e peso
Passo 2.027 mm Carreggiata anteriore 1.158 mm Carreggiata posteriore 1.212 mm Lunghezza 3.608 mm Larghezza 1.500 mm Altezza 1.300 mm Peso a vuoto 700 kg
Prestazioni (rilevate)
Velocità massima 139,190 km/h Consumo medio carburante 9,4 litri/100 km Accelerazione 0-100 km/h 18,5 sec Accelerazione 0-1000 m 39,45 sec Ripresa 1000 m da 40 km/h in IV 43,7 sec
Fiat 850 Sport Coupé
Stesse caratteristiche della Fiat 850 Coupé tranne:
Motore
Tipo 100 GBC 000 Corsa 68 mm Cilindrata 903 cc Rapporto di compressione 9,5:1 Potenza massima 52 CV a 6.500 giri/min Coppia massima 6,6 kgm a 4.000 giri/min Indice di elasticità 1,87 Alimentazione con un carburatore doppio corpo Weber 30 DIC/2 Capacità carter olio 3,7 litri Alternatore 770 Watt
Trasmissione
Pneumatici 150 x 13 oppure 155 x 13 Cerchi in acciaio 5J x 13
Dimensioni e pesi
Carreggiata anteriore 1.170 mm Carreggiata posteriore 1.220 mm Lunghezza 3.650 mm (dal 1971 3.681 mm) Peso a vuoto 745 kg
Prestazioni (rilevate)
Velocità massima 148,035 km/h Accelerazione 0-100 km/h 16,2 sec Accelerazione 0-1000 m 38,1 sec Ripresa 1000 m da 40 km/h in IV 42,18 sec
2 Comments on “Mini Porsche offresi”
buonasera
chiedo di sapere quali sono le differenze tra paraurti della fiat 1100 d e la fiat 1100 r
grazie
Le differenza tra i paraurti di queste due versioni della Fiat 1100 sono, essenzialmente, dovute alla diversa forma dei rostri gommati, molto più allungati sulla D