Questa foto l’ho già usata commentando l’acquisizione della collezione Bertone da parte di A.S.I. nell’autunno dello scorso anno.
Già in quella occasione mi era parsa l’auto più significativa, tra tutte quelle presenti in tale raccolta, per illustrare la qualità delle proposte uscite dai tavoli da disegno di quella gloriosa Carrozzeria: a mio avviso bella come poche altre auto nella storia, non l’avevo mai vista dal vero; lacuna colmata in occasione di Old Time Show a Forlì ove essa troneggiava nello stand A.S.I. in tutta la sua magnificenza.
Tutti sanno che la macchina fu concepita su telaio Lancia Kappa, un peccato originale purtroppo ancora visibile nella sua plancia veramente mal disegnata fin dall’inizio, mentre nessuno pare sapere con esattezza da chi sia stata disegnata; presentata nel 1996, in un interregno tra la direzione della Bertone da parte di Marc Deschamps prima e Mike Robinson dopo, essa presenta stilemi di grande gusto, un attenzione allo stile dei particolari addirittura maniacale (si veda la bellezza dei cerchi ruota, per esempio) e, soprattutto, delle proporzioni da manuale.
Ritengo, infatti, che le proporzioni di una vettura siano determinanti, forse ancor più degli stilemi, per la sua riuscita estetica; quante volte auto molto eleganti, come per esempio la Lancia 2000 del 1971, oppure geniali nella loro carica innovativa, come per esempio la Opel GT del 1968, sono state rovinate dalla loro impostazione ‘lunga e stretta’: una vera sciagura che ha perseguitato decine di macchine che, semplicemente allargandole di cinque centimetri avrebbero avuto un’altra faccia. Oppure quando si esagera con l’altezza come è accaduto alle, per altri versi molto carine, Lancia Y e Ypsilon che sono succedute a quella originaria, perfetta, disegnata da Enrico Fumia.
Torno alla Kajak per dire cha questa auto potrebbe sbaragliare le concorrenti ancora oggi; innanzitutto occorrerebbe cambiarle il nome, la canoa non c’entra proprio nulla ed io la chiamerei Lancia ‘Finalmente’ (tanto per sottolineare che era ora…), equipaggiarla con il Chrysler ‘Pentastar’ V6 della 200 ed interventire solo su plancia e fanaleria anteriore per eliminare i fari a scomparsa, inutile complicazione per di più vietata su alcuni mercati, sostituendoli con un qualche gioco di luce oggi consentito dalla tecnologia led; mi viene in mente, al proposito, uno scudetto Lancia che si accende a mo’ del ‘martello di Thor’ delle ultimissime Volvo.
Il gioco sarebbe fatto; l’unica speranza è che di questa ipotesi si innamorasse Lapo Elkann: l’unico dotato della giusta ‘follia’ per sposare un’iniziativa del genere e del potere per indurre Qualcuno a smetterla con questo odio per il Marchio: ne ricaverebbe sempiterna gratitudine da parte di tutti i ‘Lancisti’ ed anche, credo, molte più prenotazioni di quanto si possa pensare. Temo però che sia difficile che legga queste righe; anche se, è giusto dirlo, poche sere fa ho visto un film con Fabio Volo e la bellissima Isabella Ragonese nel quale i due riescono a reincontrarsi grazie ad un giovane sognatore che raccoglie per strada un biglietto svolazzante che stava per essere spazzato via dal vento e tenta in tutti i modi di recapitarlo alla destinataria. Molto stiracchiato, in verità, ma sognare non costa nulla.
One Comment on “LANCIA KAJAK”
veramente bella, molto attuale ancora ora. sarebbe cosa buona e giusta rilanciare uno storico marchio come Lancia, e con quest’auto lo farebbe alla grande