LE FOLLIE DEGLI PNEUMATICI

Vittorio Falzoni GalleraniAuto attualiLeave a Comment

Per l’uso quotidiano possiedo una Peugeot 308 HDI del 2014 con 115 CV dichiarati alla ruota. L’ho comperata essenzialmente per la sua estetica poiché venivo da un’eccellente VW Golf VI e, non piacendomi la VII che sembrava la mia VI serie che avesse ricevuto un colpo in testa e si fosse allargata sotto il suo peso, mi fidai per una volta dei francesi affascinato, come detto, dalla linea concepita da un certo Gilles Vidal: designer a me allora del tutto sconosciuto ma indubbiamente talentuoso.

In questo quadro non si può negare che i cerchi da 17”, chiamati ‘Rubis’, non facessero la loro parte nella seduzione della linea e mi sembrassero del tutto irrinunciabili, anche perché quelli da 16” offerti dalla Peugeot avevano ed hanno un disegno che più banale non era possibile.

Mi accorsi subito, tuttavia, di avere sbagliato poiché gli pneumatici 225/45 su di loro montati senza possibilità di alternativa mostrarono immediatamente di essere l’unico vero difetto di tutta la macchina; e dico subito che non ho provveduto a sostituirli per due motivi: il primo, determinante, è che i 16” non sono previsti sulla carta di circolazione se la macchina esce con i 17” e viceversa così che, pur avendo già combinato la permuta con un altro automobilista, ci siamo accorti che ambedue avremmo dovuto chiedere i nulla osta alla Peugeot e passare poi in Motorizzazione con le spese e le perdite di tempo conseguenti.

Il secondo è che, usando quasi esclusivamente l’auto in autostrada, mi devo confrontare raramente con lo stato delle strade italiane ‘normali’, casi in cui emerge subito la tendenza al cosiddetto ‘tramlining’ (eccessiva sensibilità alle ondulazioni dell’asfalto), e l’incapacità degli pneumatici /45 ad assorbire una benché minima quota delle sollecitazioni provocate dalle buche. In più aumenta esponenzialmente il rischio di danneggiare i cerchi contro i marciapiedi durante i parcheggi e, certamente, pneumatici così larghi in rapporto alle necessità di un’auto con 115 CV in tutto, non contribuiscono né al contenimento dei consumi né a quello del rumore di rotolamento né alla stabilità su asfalto allagato.

Incidentalmente comunico che, sulla mia Porsche 911 Carrera Cabriolet del 1985, con esattamente il doppio della potenza e duecento chili in meno di peso, tale misura è riservata alle ruote posteriori, gravate da motore e trazione, mentre anteriormente ci si limita ad un 205; e garantisco che, se uno non è proprio uno sconsiderato, l’auto ha un comportamento sicurissimo in ogni occasione.

Voglio ricordare anche, al proposito, una magnifica Rolls-Royce Silver Shadow che mi è capitato di utilizzare a lungo in passato, equipaggiata con sontuose ruote 235/70 x 15” che veleggiava sulle buche con assoluta noncuranza e consentiva comunque di viaggiare in autostrada a 160 km/h fissi in completo relax. E mi sento di poter affermare che, una volta assolti questi scopi, una grossa berlina oppure uno degli imperversanti SUV oggi irrinunciabili, dovrebbe avere concluso la propria ragion d’essere.

Allora mi domando: perché gli uomini del marketing continuano ad imporre ruote sempre più spropositate? Andare forte non si riesce (e non parlo di limiti di velocità di cui mi importa poco) a causa del demenziale traffico pesante che soffoca le nostre strade; le strade sono disastrate e frequenti sono le rotture dei cerchi; gli pneumatici di ricambio sono più cari; il comfort di marcia viene sensibilmente limitato. Ed anche il fattore estetico, ad un certo punto, si ribalta: ho visto recentemente una magnifica Mercedes CL (auto veramente favolosa, a mio avviso anche più bella della Bentley Continental GT) con dei cerchi da 22” e pneumatici /30, orgoglio del proprietario, che a me provocavano lo stesso effetto di un pugno in un occhio: l’auto sembrava una signora in punta di piedi per ‘guadare’ una pozzanghera non evitabile in altro modo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *