I CENTO ANNI DELLA 20 HP
Se dal 1923 in avanti abbiamo avuto una linea di modelli Rolls-Royce piacevolmente guidabili dai rispettivi proprietari lo dobbiamo a questa fanciulla che ha raggiunto il secolo di vita.
Fino al suo debutto, infatti, la Casa britannica aveva in gamma un solo modello: la 40/50 HP meglio nota come Silver Ghost; costruita a partire dal 1907, tre anni dopo la fondazione del Marchio, aveva segnato per esso l’uscita dalla fase pionieristica con grande successo.
Vettura di dimensioni monumentali e dedicata ai potenti della Terra, non era certo stata pensata per essere guidata da costoro ma dai loro ‘chaffeur’ spesso relegati all’aperto al contrario dei proprietari viaggianti in lussuosissimi bozzoli posizionati dietro di loro.
Le poche carrozzerie ‘sportive’ su questo telaio furono ordinate da qualche eccentrico personaggio che costituì l’eccezione che conferma la regola e la tendenza non cambiò fino allo scoppio della seconda guerra mondiale con, accanto a queste corazzate stradali, costantemente presente una linea ‘minore’, disponibile anche a marchio Bentley, derivata dalla 20 HP.
L’idea di affiancare alla 40/50 HP un modello di categoria inferiore comincia a prendere forma alla Rolls-Royce subito dopo la fine della prima Guerra Mondiale, periodo difficile per tutti in cui si assisté ad un progressivo, benché forzato, allontanamento della clientela dall’unico modello della Casa, divenuto troppo oneroso; ad un certo punto il tasso di rinuncia agli ordini già inoltrati per un telaio 40/50 HP raggiunse il 48%.
Prese forma così, in seguito alla ferma intenzione della dirigenza RR di mantenere i livelli produttivi dell’impianto di Derby, il progetto ‘Goshawk’ la cui prima incarnazione, telaio 4G II, fu allestita con una carrozzeria la più leggera e spartana possibile e guidata senza risparmio da collaudatori ed operai anziani del reparto esperienze.
Con questa auto, partire dal marzo 1922, percorsero 16.000 km, come si suol dire, ventre a terra raggiungendo anche Le Canadel, nel sud della Francia ove risiedeva Henry Royce, che molto la apprezzò guidandola con evidente soddisfazione.
Pochi mesi dopo, su di un telaio carrozzato berlina da Maythorn, il capo collaudatore Ernest Hives raggiunse di nuovo la residenza del Capo con il telaio 7G II quasi pronto per la produzione e carrozzato berlina da Maythorn onde sottoporlo al suo giudizio; è storia che questo esemplare, nonostante fosse stato verniciato in grigio che era il suo colore preferito, non gli piacque.
Questo fu il suo testuale commento: “ogni volta che la guido mi assale il cattivo umore. Essa (la carrozzeria ndr) è capace di eliminare qualsiasi piacere che può dare il nostro telaio e mi meraviglio che il sig. Hives abbia avuto il cuore di guidarla in un viaggio così lungo”.
Giudizio che ebbe origine dall’eccessivo peso di quella carrozzeria che indispose l’animo di Royce che aveva sempre raccomandato ai suoi progettisti l’ottenimento della maggiore leggerezza possibile, onde non penalizzare le prestazioni, oltre al posizionamento posteriore delle ruote di scorta.
Un accorgimento, quest’ultimo, suggerito per far sì che le ruote posteriori fossero maggiormente caricate in frenata essendo le uniche dotate del necessario equipaggiamento (cioè dei freni).
Quello della RR 20 HP, presentata nell’ottobre del 1922 e consegnata ai primi clienti a partire dal 1923, è insomma un progetto poco innovativo rispetto a quello della 40/50 ma, forse proprio per questo, curatissimo ed equilibrato; tanto che la Casa poteva offrire tre anni di garanzia.
Certamente essa non aveva lo stesso significato che ha oggi in quanto i proprietari dovevano provvedere, direttamente ma più spesso tramite i loro autisti, ad un programma di manutenzione molto corposo, aiutati da una dotazione di 74 fra attrezzi e ricambi consegnati assieme al telaio e da una serie di corsi denominati “School of Instruction” organizzati presso la fabbrica.
In compenso, ma solo per i clienti residenti in Inghilterra, era previsto un controllo periodico da parte di Tecnici della RR che, gratuitamente, si recavano a domicilio degli acquirenti.
Pochi aggiornamenti interessarono questo riuscito modello; i più importanti nel 1925 quando vennero aggiunti i freni sull’asse anteriore ed il cambio, ora a quattro marce, vide la leva di comando spostarsi sulla destra del volante per quanto sempre al pavimento.
E’ un fatto che moltissimi proprietari di 40/50 HP comprarono anche una 20 HP nell’intento di dotarsi di un’auto di elevatissima qualità anche per occasioni meno di rappresentanza e costoro furono, tra i clienti, i più sconcertati per il radiatore anteriore con le barre lucide che, quando fecero la loro comparsa, furono disposte orizzontalmente anziché verticalmente come sulle New Phantom.
Furono accontentati a partire dall’ottobre del 1928,con barre verticali anche sul radiatore della ‘piccola’, poco prima del termine della sua produzione nel giugno del 1929 dopo 2.903 esemplari costruiti, dei quali un migliaio sono sopravvissuti; non sempre nella configurazione in cui lasciarono le officine dei loro Carrozzieri, ma quasi sempre con una storia completa e limpida tale da assicurare il collezionista sulla bontà del suo esemplare.
Certamente si tratta oggi di un acquisto contro corrente ma, per chi è attratto dalle vetture ante guerra, una Rolls-Royce 20 HP è una delle proposte più convincenti avendo cura di procurarsene una con i freni sulle quattro ruote.
Così equipaggiata, e con il suo inaudibile motore a sei cilindri da 3.127 cc, la 20 HP consente viaggi rilassanti anche in autostrada in grado come è di tenere agevolmente il passo dei camion; ma è quando vi inoltrerete in qualche strada di campagna che capirete fino in fondo il senso di possedere e di guidare un’auto di questa vetustà, magari mentre vi starete recando ad un raduno a loro riservato dove incontrerete persone che la pensano come voi, sicuramente lontano dalla folla.
Un’ultima indicazione: dovendo eventualmente scartare le carinissime Spider perché fuori budget, ripiegate sulle Torpedo, scelta totalizzante nello spirito anni ’20, perché le berline sono in genere troppo pesanti, come diceva Sir Henry Royce, e quasi mai aggraziate come quella nella Foto 1
Spider
Torpedo
Foto 1
in quanto accadeva non di rado che si volessero scimmiottare le forme delle grandiose limousine su telaio 40/50 con effetti in qualche caso grotteschi.