Vi ho già parlato della mia prima Silver Shadow e, prima di condividere con voi le mie altre esperienze dirette con questa straordinarie automobili, mi viene urgente raccontarvi cosa mi è accaduto questa primavera; mettetevi comodi perché è quasi un romanzo.
Nel 1997 un Socio del mio Club acquista una Rolls-Royce Silver Spirit del 1980 dal suo primo proprietario: un industriale del legname di Treviso che aveva fatto parte della squadra di bob alle Olimpiadi Invernali di Cortina 1956; in quel momento la vettura aveva 13.000 km.
Egli si mise in contatto con me sapendo che ero in possesso di una RR e insieme andammo a Verona, presso un’officina che conoscevo, per un controllo alle nostre due berlinone; ricordo quel viaggio in quanto, viaggiando di conserva, fummo al centro dell’attenzione per tutto il percorso.
Vi è una foto relativa a quella giornata, di scarsissima qualità e me ne scuso, che però non posso fare a meno di pubblicare di seguito; noterete che la Spirit non ha la targa TV bensì BL; il motivo è il seguente: il ‘nostro’ industriale, una volta andato in pensione, si trasferì a Cortina, notoriamente in provincia di Belluno, ove disponeva di adeguata magione e, in quel periodo, il cambio di provincia di residenza comportava il cambio della targa.
Con il Socio del mio Club, col quale nel frattempo avevo sviluppato rapporti amichevoli, trascorremmo di nuovo una giornata assieme quando, nel 2007, mise a disposizione la sua auto per un servizio fotografico da pubblicare sul trimestrale ‘Granturismo’: un periodico che pochi sicuramente ricorderanno ma che era di altissima qualità; il testo di questo servizio, un vero e proprio ‘Dossier’ sulla Rolls-Royce Silver Spirit e Silver Spur (la versione a passo allungato di 4”), è stato il mio primo ‘lavoro’ per una rivista del settore; quel giorno il chilometraggio aveva da poco girato la boa dei 30.000 e l’auto, già quasi trentenne, si presentava ancora come nuova.
Ci frequentammo ancora assiduamente poco prima della pandemia in quanto si trattò di rimettere in strada una motocicletta C.M. 350 che egli aveva fatto restaurare secondo il suo maniacale standard e che, venuta pronta proprio in quel sciagurato periodo, ci fece tribolare non poco tra uffici chiusi e lockdown vari; già ultra ottantenne aveva una certa fretta di concludere la pratica e ricordo che mi dispiacque molto non riuscire ad aiutarlo nei tempi brevi che avrei voluto.
Alla fine riuscimmo a condurre in porto il tutto e, in qualche modo, ci perdemmo di vista; grande fu la mia sorpresa quando, trovandomi per lavoro a pochissimi chilometri da casa sua, vidi comparire il suo nome sul mio telefono che squillava; purtroppo la mia entusiastica risposta fu gelata dalla voce della vedova che, dopo avermi comunicato la morte del marito, mi chiese aiuto per gestire burocraticamente la piccola ma preziosa collezione di veicoli d’epoca che aveva ereditato.
Decisi, al ritorno, di passare dalla Signora personalmente e rividi così la mai dimenticata Silver Spirit ancora in condizioni incredibili e soli 58.000 km totalizzati.
Costruita nell’autunno del 1980, una delle prime, di colore Laurel (Alloro) con interno ‘Tan’ e filettature in color oro era ancora corredata con una serie di particolari ormai introvabili anche su esemplari molto più giovani: due musicassette, una con brani atti a evidenziare la qualità dell’impianto e l’altra per pulire le testine del lettore, ancora nella propria custodia marcata RR; doppie chiavi più altre due di scorta; trousse attrezzi completa e mai usata; certificato di garanzia.
La decisione fu inevitabile: l’ho comprata e non potevo fare diversamente perché essa mi ha parlato nel più profondo del cuore. Di seguito desidero condividere con voi alcune immagini affinché possiate comprendere quanto accaduto.